“Una commedia danzata”, così descrive la sua “Cinderella” il coregrafo e regista Giorgio Madia, svelando il taglio ironico e leggero della sua composizione tratta dalla fiaba di Charles Perraut. Un approccio inusuale al celebre titolo che vede in scena al Teatro Carlo Felice di Genova, ancora per due recite il 5 gennaio prossimo, l’eccellente ensemble del Balletto di Milano accompagnato da coro e orchestra del Teatro.
Inusuale è anche la scelta musicale che scandisce lo spettacolo: un collage di musiche che spaziano in tutto il repertorio di Gioachino Rossini, dall’opera omonima fino al Guglielmo Tell, Gazza Ladra, Barbiere di Siviglia e composizioni meno note. Insomma, una regia coreografica dove tutto contribuisce a creare l’effetto di una comicità delicata, in un dinamico fluire di azioni e gag dove predominano inventiva e soluzioni fantasiose.
L’allestimento scenografico essenziale e pulito, caratterizzato da stile ed eleganza, mette in risalto senza perdere riferimenti alla tradizione del balletto lo sviluppo della narrazione in chiave ironica e giocosa. Il tutto a partire dal tratteggio dei personaggi, per delineare i quali Madia si è ispirato alla commedia dell’arte: burloni, scanzonati, divertiti.
Qualche esempio? Cenerentola apre il primo atto vestita con un abito uguale alla tappezzeria, a sottolineare il suo ruolo all’interno della casa in cui abita; la fata è sexy, smemorata e vanitosa si presenta in vestaglia di piume di struzzo e autoreggenti; le sorellastre e la matrigna, interpretate da ballerini, sono tanto sgraziate da suscitare sentimenti amichevoli nel pubblico e il principe è un giovane annoiato abituato alla bella vita, al cui passaggio le aspiranti principesse svengono.
L’ambientazione evocativa dell’atmosfera anni ‘50, fra tinte pastello, gonne a ruota e pettinature da bambola, regala al pubblico la percezione di essere di fronte ad un gioco d’infanzia. Già vincitrice del Gold Mask Critics Award, la “Cinderella” di Madia è un tuffo nella leggerezza e nel sorriso, un lavoro capace di strappare risate a scena aperta senza tuttavia perdere l’equilibrio fra eleganza e comicità attraverso inutili forzature caricaturali.
Anzi, le trovate più divertenti sono caratterizzate da una cura particolare, frutto di uno sguardo incantato e al tempo stesso scherzoso: come la partenza della carrozza, scandita dall’ouverture del Guglielmo Tell, che vede in scena uomini albero che sfilano lenti e ombrelli che girano vorticosi al posto delle ruote, o come il finale brillante che vede danzare insieme, complici e uniti come in una compagnia di teatro di strada, buoni e cattivi, vincitori e sconfitti.
Se lo spettacolo funziona e diverte globalmente, la coreografia risulta particolarmente efficace quando è asservita alla comicità mentre, svincolata dai suoi aspetti ironici, appare debole e poco articolata: il passo a due del secondo atto fra il Principe e Cenerentola, che segna per entrambi la scoperta dell’amore e ha visto in scena la flessuosa Giulia Paris e il virtuoso Martin Zanotti, meritava una tessitura più profonda. Ma nel complesso “Cinderella” di Madia è un lavoro di pregio che ben si adatta ad una compagnia in grado di affrontare gli stili e i linguaggi della contemporaneità.